3 Febbraio 2019

3. Il giorno dopo

di Sandro

E’ proprio quel vivere costantemente in rianimazione che porta a raccontare come si sono svolti i fatti nella loro essenza. E’ proprio in questo settore dell’ospedale che ci si accorge quando la corda si rompe, la medicina si arrende e il medico deve gettare la spugna. E’ proprio lottando in prima linea che si vive la sconfitta, si valuta l’avversario diventare troppo forte e a muso duro si esce dal campo senza dare al vincitore l’onore della vittoria. E’ sempre dalla sala di rianimazione che si riparte per un altro incontro e l’arrivare secondi non fa classifica. Per la rivincita ci saranno tante altre occasioni…purtroppo. A Mario, come in un flash, vengono in mente tutte queste cose, alcune gliele elenca a Gino altre le salta volontariamente per non entrare nei dettagli. Tralascia cosa pensa sotto la doccia, non descrive i quadri clinici presenti in rianimazione ed evita di raccontare dettagliatamente gli interventi salva vita che vengono eseguiti d’urgenza. Preferisce soffermarsi sulla continua sofferenza che lui deve costantemente assistere. Sofferenza che cambia, che modifica il proprio modo di pensare e che fa dare il giusto peso agli accadimenti della vita. A Gino propone poi, un confronto con altri genitori provati dalla morte di un figlio, perché parlare come scrivere aiuta a far chiarezza dentro sé stessi. Gino guarda intensamente gli occhi verdi e profondi di Mario, quasi sfidandolo e dopo aver finito di bere il suo caffè dolcificato con due bustine di zucchero, ma sempre dal sapore troppo amaro, fa uscire una frase che lascia l’uomo anestesista parecchio basito. Una frase di Seneca che Gino si era impossessato chissà quando e chissà dove, ma che ora risuonava in modo sinistro, poiché modificata rispetto all’originale:

“C’è un tempo per capire,
un tempo per scegliere,
un altro per decidere.
C’è un tempo che abbiamo vissuto
un altro che abbiamo perso e un tempo
che ci attende “.

e io, aggiunge Gino: “Il tempo di attendere penso di averlo esaurito”. Gino si gira e se ne va congedandosi velocemente da Mario. Mario si gira verso la barista, la guarda ed esclama: “Gino sta dando di matto questa sera, gli devo telefonare!”. Carlo, che ha assistito a tutta la scena stando zitto, di fronte alla faccia perplessa e preoccupata di Mario propone seriosamente una soluzione al problema dando un suggerimento. “Secondo me, la sofferenza va combattuta con qualcosa che ricordi i piaceri della vita. Ho sentito che in via Cavour hanno aperto un nuovo centro massaggi thailandese body su body, vedo di prenotarvi un paio di sedute ad entrambi. Forse così comincerete a pensare positivo, perché con i vostri discorsi mi avete ammosciato la giornata!” Carlo, strizzando l’occhio alla barista, si gira e va verso il suo furgone che lo attende nel piazzale. Da lì inizia la giornata. Alberto è l’ultimo a finire il caffè e mentre si pulisce il giubbotto dalle briciole della brioche, sussurra a Mario: “L’animo, o caro, si cura con certi incantesimi, e questi incantesimi sono i discorsi belli. E’ una frase di Platone, che è antecedente a Seneca, il quale prima di lui aveva capito tante cose.

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2. Ciao Enzo

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4. . . . Mi fido di te . . .

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