3 Febbraio 2019

3. Il giorno dopo

di Sandro

Solo anni dopo Mario capì che a suo padre era stata applicata una cattiva medicina, quella fatta di pacche sulle spalle e pochi accertamenti e, che lo avevano condotto a convivere con strani sanguinamenti dimostratisi poi di natura maligna e inesorabilmente inguaribili. Il ricordo in lui è ancora vivo, di quando vide in ospedale due strani individui vestiti di bianco parlare a bassa voce e a volto serio a suo fratello maggiore e sua madre. Mario quella volta capì che qualche cosa di grave era accaduto, forse qualcosa di irrimediabile. Tanti anni dopo durante il percorso di laurea in medicina si rese conto di molti passaggi anomali nella gestione della malattia di suo padre i quali non gli erano mai stati del tutto evidenti. Aveva deciso fin da ragazzino di fare il medico, aveva le idee stranamente chiare per la sua età. Aveva dovuto lottare con sua madre che lo voleva fortemente insegnante, lavoro sicuro che non richiedeva così tanti anni di studio.” E se ti stanchi ?” le diceva sempre. I primi anni di università non furono proprio semplici, ma poi la passione reale e l’enorme curiosità per quello che studiava presero il sopravvento. Ed ecco che nel pomeriggio fiacco di una calda estate, davanti agli occhi commossi di mamma, fratelli, parenti ed amici, fu proclamato dottore in Medicina e Chirurgia. Era emozionato anche lui, a dispetto di chi non avrebbe scommesso un centesimo sulla sua riuscita. Eccolo lì, pronto a fare ciò che aveva sempre desiderato, il medico. Mario, prese poi la decisione di fare l’anestesista, un po’ perché così poteva lavorare subito senza ancora dipendere da sua madre vedova, ma anche perché sapeva che l’anestesista-rianimatore guarda il malato nel suo insieme, non solo un cuore, due reni o due polmoni, ma un cuore, due reni e due polmoni che devono lavorare in armonia; se uno di loro zoppica, anche gli altri non riescono a camminare. La visione di un insieme armonico era ciò che effettivamente lo affascinava. Mario analizzava sempre tutto, annotando tutte le sfumature di tutti gli eventi che si susseguivano, convinto che avere dei dubbi non fosse sinonimo di debolezza, ma punto di forza. Mario aveva il suo carattere, non era certo un impulsivo, ma una volta presa una decisione andava fino in fondo, a qualsiasi costo, nel lavoro come nella vita. Nei momenti di difficoltà ricordava sempre la frase scrittagli di pugno dal suo professore di anestesia, era lì sempre pronta alla lettura, nella prima pagina del suo primo libro di terapia intensiva “The icu book“ diceva: “La cosa seccante di questo mondo è che gli imbecilli sono sicuri di sé, mentre le persone intelligenti sono piene di dubbi” Bertrand Russell. Questa frase lo rincuorava sempre, ancor oggi, nei momenti complessi della professione.

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2. Ciao Enzo

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4. . . . Mi fido di te . . .

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