2 Dicembre 2018

2. Ciao Enzo

di Sandro

Pochi minuti e lo scritto di Alberto era disponibile. Bastava ricopiarlo dal tovagliolo su un foglio A4. Lo stupore di Gino fu però nel veder scrivere così velocemente tutte queste cose di un uomo che Alberto aveva appena conosciuto. E altrettanto basito ed imbarazzato scorgere le lacrime solcare il viso di Alberto e il dileguarsi immediatamente dopo la consegna del tovagliolo. Gino chiese spiegazioni a Mario, ancora presente perché il treno locale aveva il solito ritardo, e lui guardandolo negli occhi come non aveva mai fatto gli diede la realistica versione dei fatti. Alberto per prendere coscienza della sua diversità aveva fatto un percorso con un suo caro amico presso un noto psicanalista. Tutti e due dovevano accettare la loro omosessualità ma per Giorgio, questo era il suo nome, non fu passaggio troppo angusto. La vergogna nel doverlo dire ai suoi genitori cattolici da generazioni, l’imbarazzo nell’affrontare i sorrisini ebeti della gente e dover ammettere di essere un diverso non lo aiutò a reggere questo peso. E Un giorno si lanciò nel vuoto. Quando Alberto lo venne a sapere e vide il corpo di Giorgio straziato dalla caduta rimase sconvolto per mesi e scrisse una lunga lettera d’addio al suo amico. Lettera che non ha mai letto ne inviato, ma neanche scordato e che probabilmente con la morte di Enzo si è ripresentata come un compito in classe di cui si conosce già la traccia. E così è stata scritta senza pensare, senza correzioni, senza velleità letterarie, ma solo con l’intento di esprimere il proprio dolore. Dolore che ora per Alberto è diventato volontà di lottare per le diversità, volontà di giocare a carte scoperte anche per ricordare Giorgio. Tanti e talvolta troppi sono i trattati che ora si leggono sulle diversità non solo sessuali ma io, Gigi che ho quasi settant’anni questa mattina, ho assistito a tutte la scena al banco del bar, vado via ricordandomi un titolo di un film che penso calzi a pennello: “ SIAMO TUTTI PERFETTI SCONOSCIUTI” e concludo con una frase del medesimo:“siamo tutte persone tangibili”…

La morte aspetta tutti e solo lei è in possesso dei nostri orologi, regolati di nascosto con l’amico tempo. Enzo ha voluto eludere e rompere in anticipo l’orologio che ci viene consegnato alla nascita e decidere da sé.
Cosa avremmo potuto raccontargli per farlo desistere… per non sentire poi la sua mancanza…? Ai fruitori del blog una parola di sollievo per Carla e Gino che si struggono nel rimorso.

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1. Drogato di vita

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3. Il giorno dopo

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