27 Giugno 2019

10. Poi . . .

di Sandro

Linda durante il suo racconto non mi guardò mai in faccia. Il suo sguardo fissava un punto nell’infinito e mentre narrava le sue vicende si era come estraniata, quasi fosse una confessione. Io, mio malgrado, ero come un prete che ascoltavo, annuivo, sorridevo senza mai proferire parola, ma soprattutto non mi lasciavo mai sfuggire dei commenti, ritenendo che ogni mia parola divenisse inopportuna. Quando terminò il suo lungo percorso emotivo mi guardò come se fosse uscita da uno stato di “trance”. L’ennesima sigaretta giunse al termine, ma questa volta il fumo prese la forma di una “O” come la sua bocca. Il cerchio fumante si elevò sopra le nostre teste e in breve si liberò dalla sua forma, dissolvendosi nell’aria. Linda mi guardò fissa negli occhi e a bruciapelo mi chiese: ”Cosa ne pensi?”. Non sapevo cosa dire, ma poi alla fine dovevo pur dire qualcosa. Fu difficile trovare un inizio, ma soprattutto trarre delle conclusioni.

Cominciai: ”Penso che ognuno di noi nella vita abbia un ruolo che ricalca le sue attitudini. Si può decidere se stare sul palco della vita e fare l’attore o sedersi tra gli spettatori e, alla fine applaudire o fischiare i protagonisti. Tu hai scelto di essere un attore, pensando di ricevere solo applausi. Però il pubblico è esigente e talvolta come qualcuno dice “pecora”. Noi tutti pensavamo che lo spettacolo del cambiamento portasse solo onore ed Oscar ai protagonisti, ma purtroppo non è stato così. I registi occulti del nostro “Cinema Paradiso” hanno tagliato parti, hanno pagato attori esterni, hanno cambiato il copione, si sono accordati con la distribuzione perché non venisse rappresentato il nostro film. Qualcuno se ne è accorto e ha voluto fare la guerra a questi registi. Purtroppo quest’ultimi sono una lobby e hanno il potere di manovrare pubblico e coscienze lasciando gli attori soli. Scendere dal palco senza farsi travolgere è un segno di intelligenza, come lo è non mimetizzarsi tra il pubblico rumoroso e beota. Tuttavia resto dell’idea che se uno nasce attore resta per sempre attore. L’oscar non lo deve aspettare dagli altri, ma lo deve attribuire a sé stesso solo nel momento in cui mantiene la coerenza con i propri ideali. Io, a te l’Oscar lo assegno, non perché sono di parte, ma perché sei rimasta coerente nel cercare il cambiamento nel bene comune, senza entrare in guerra con i registi. Mi guardò con uno sguardo profondo, penetrante, duro, quasi mascolino ribattendo: ”Tu pensi veramente questo di me?”. “Sì” risposi. Presi una sigaretta dal suo pacchetto strappando il filtro. Assaporare il gusto del tabacco dopo tanto tempo, mi rese la “cicca” più piacevole. Ero altresì fiero di quello che avevo detto a Linda forse perché io stesso mi ero chiarito sugli eventi della vita e poi l’esempio degli attori mi era molto piaciuto. Lei appoggiò la testa sulla mia spalla. Passarono diversi minuti prima che uno dei due pronunciasse parola.

Sono stato contento di essermi appuntato nel mio diario la vicenda di Linda, in fondo di lei non mi sono mai scordato e Carlo con le sue vicende mi ha permesso di fare un tuffo nella mia giovinezza e, nei miei ricordi. Linda ha rappresentato nel tempo l’amore ideale. Quell’amore che non si è colorato degli eventi naturali della vita, di rancori famigliari, di case e cose in comproprietà, di spazi da dividere obbligatoriamente assieme. E’ stato l’amore di una notte pulito, solitario, senza altre implicazioni e forse per questo idealizzato. Ora sono stanco di scrivere di ricordi. In un un altro momento riporterò il prosieguo del racconto. Devo ricordarmi di continuare la canzone che ho iniziato, vediamo se divento un autore di testi musicali.

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9. Milano

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11. Talvolta le apparenze ingannano

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