27 Giugno 2019
Non la sentii più. La curiosità per le sue vicende però, mi faceva chiedere ai vari compagni di sezione se avessero notizie di una certa Linda. Tanti ne avevano sentito parlare, tanti l’avevano vista, ma nessuno mi disse che fine aveva fatto. Negli anni ottanta seppi che era stata per un periodo in Francia, poi si era recata a Londra. Poi, più nulla. Non mi è mai giunta notizia che fosse stata arrestata o che avesse preso parte ad azioni cruente. Ora ci sono tante opportunità per scovare le persone. Negli anni novanta, dopo la caduta del Craxismo e della Prima Repubblica, quando le carte politiche si stavano rimescolando, ebbi l’occasione di andare ad ascoltare una conferenza a Bologna. Il convegno si teneva in uno spazio autogestito, trattava un argomento a me caro: “Movimenti ed ideali che cambiarono l’Italia”. Entrai, la sala era piena di gente, osservai quelle persone, persone assai diverse tra loro. C’erano vecchi sessantottini come me, vestiti ancora come negli anni settanta, tanti pacifisti con a seguito bandiere con la scritta “PACE”; altre persone portavano la kefiah palestinese al collo, altre ancora si distinguevano grazie a dei simboli o dei tatuaggi che facevano di loro, persone anticonformiste almeno all’apparenza. La sala sebbene enorme, era attraversata da zaffate di odori che andavano da quello del tabacco, al fumo di erbe aromatiche più o meno lecite. Non ero più abituato a queste misture di gente e a questi odori e, in un primo momento dovetti adattarmi. Pian piano poi cominciai a prendere confidenza con i volti delle persone e con la commistura di profumi da me oramai distanti. Girovagando, in cerca di un posto che mi permettesse di ascoltare bene ma che allo stesso tempo mi mantenesse anonimo, i miei occhi incrociarono una figura magra dai lunghi capelli lisci e biondi. Il cuore si fermò. Era lei, me la sentivo. In quel momento quella figura si girò e come tanti anni prima i nostri sguardi si incrociarono e le nostre anime si riconobbero. Sebbene fossero passati vent’anni, le sembianze fisiche si erano mantenute molto simili. Forse un paio di chili in più, forse qualche piccola ruga di espressività sul viso, ma il resto era identico a come lo ricordavo. Passarono alcuni interminabili secondi prima che uno dei due producesse un qualsivoglia sibilo dalla bocca. Fu lei poi, che prese l’iniziativa e mi disse: “Ciao Gigi”. Probabilmente nemmeno io ero così cambiato: la barba era un po’ brizzolata, così anche i capelli. Un po’ di prominenza della pancia, accompagnata da due piccole fasce di benessere ai fianchi, senza che il tutto però alterasse più del dovuto la mia figura. Le chiesi come stesse e lei con un filo di voce rispose: ”Ora meglio, ho fatto pace con me stessa e con il mondo”. “Ah sì” risposi io, “raccontami un po’ ”. Andammo fuori dalla sala non dando più importanza alla conferenza che stava per avere inizio.