22 Febbraio 2019

4. . . . Mi fido di te . . .

di Sandro

Tempo dopo, racconta Gino, i rapinatori furono presi. Erano tutti ventenni provenienti dalla Bosnia-Erzegovina. Avevano vissuto la guerra dei Balcani e con questa si erano rapportati per tutta la loro giovinezza. La violenza l’avevano imparata a conoscere da subito, era stata la loro balia e la loro maestra. La durezza della vita aveva dato loro il coraggio e la spregiudicatezza che Gino non capiva ma, da un lato ammirava. Quando furono catturati avevano alle spalle diverse rapine, i loro occhi non mostravano pentimento, ma lanciavano quasi dei segnali di sfida. Sfida e spavalderia che sicuramente avranno pagato a contatto con la polizia. Non sempre nelle caserme dove lo Stato dovrebbe rappresentare l’essenza della giustizia seguendo delle regole auree, delle procedure, diciamo, sono seguite nel rispetto della liceità. Ne abbiamo degli esempi: il caso Cucchi, il caso Uva.. dimenticandone tanti altri. Con la guerra nei Balcani non solo sono stati distrutti più Paesi, ma abbiamo creato odio, disperazione e coltivato la violenza. Violenza che ora noi tutti paghiamo con le rapine, i furti nelle nostre case condite tante volte dalla cattiveria umana primordiale. Quella cattiveria che talvolta non troviamo neanche nei nostri animali e che spesso ci classifica un gradino al di sotto di loro. Non si scappa dalla regola quasi matematica che coloro i quali creano odio ne pagheranno le conseguenze per decenni. Ancora oggi nei piccoli paesi si ricordano i misfatti commessi dalla gente del luogo durante la Seconda Guerra Mondiale e sono trascorsi quasi settantanni. Anche la memoria della violenza e delle atrocità è difficile da scordare eppure si continua a creare ad alimentare le disparità sociali, si continuano a creare ghetti e a creare emarginazione. Non ci saranno armi, legittime difese e muri che ci potranno difendere dalla ingiustizia sociale. Sino a quando il divario sociale sarà così palese altri uomini commetteranno dei crimini per migliorare la loro posizione sociale. Anche i romani costruirono muri e crearono dei filtri per evitare le invasioni straniere, eppure nessuno riuscì a fermare le popolazioni che credevano esistessero terre migliori con ricchezze da depredare. Quindi sembra che tutto sia cambiato ma, alla fine è rimasto tutto uguale come nel tempo dei tempi.

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3. Il giorno dopo

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5. Adila

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