24 Agosto 2019

14. Strani scherzi della vita III

di Sandro

Rimasi ancora senza parole dando a lei il tempo di continuare. Più di vent’anni fa quando ci incontrammo, tu ed io dovevamo partire assieme per Milano. Arrivammo tutti e due in stazione, ma tu eri senza bagagli. All’ultimo avevi desistito ritenendo Milano città di opportunità, ma molto dispersiva; preferisti rimanere a Padova. I giorni precedenti noi ci frequentammo assiduamente anche perché io stavo cercando di dimenticare l’uomo che prima frequentavo. A quel tempo la pillola era secondo me poco sapientemente gestita e controllata dai ginecologi come lo è invece ora e io avevo preferito l’uso della spirale. Metodo non sempre sicuro soprattutto per una come me, che soffre di salpingiti. Quando me la feci togliere era il periodo che avevo smesso di frequentare da poco il mio precedente partner e il momento felice che stavo vivendo con te. Quando tu mi dicesti che non saresti più venuto a Milano, io non volli cambiare idea e allo stesso tempo non ritenni opportuno farla cambiare a te. Mi trovai a Milano da sola e dopo un po’ mi accorsi di essere incinta. Non fui sconvolta e decisi di portare a termine la gravidanza. Nel frattempo il mio ex mi era venuto a trovare diverse volte. Fra noi in quel periodo non ci fu nessun incontro amoroso, io sapevo già di essere incinta e decisi di non dire nulla. Una sera, mentre buttavo via il posacenere con i resti delle sue sigarette mi venne l’idea di tenerne ben conservati due o tre mozziconi. Dopo un po’ io e lui non ci vedemmo più e da allora l’ho perso completamente di vista. Quando nacque Aurora decisi di capire di chi era figlia.” A quel punto io la interruppi e le chiesi: ”Hai fatto il DNA e Aurora è figlia del tuo ex?” Luciana pacatamente rispose: ”Sei rimasto il solito impulsivo, come lo eri da giovane!”. Il risultato del DNA mi arrivò dopo dieci giorni e al momento di aprire la busta mi fermai e, decisi che la avrei aperta per svelare questo segreto solo se Aurora me lo avesse chiesto. Se lei avesse deciso che il suo papà era il principe azzurro e voluto credere per tutta la sua vita, io glielo avrei lasciato credere; se invece avesse voluto saperlo, le avrei dato la busta. Naturalmente se la busta avesse dato esito negativo l’unico padre possibile saresti stato tu, di cui conservo gelosamente delle foto: di una festa e quelle della tua laurea”. Io balbettando replicai: ”Allora se capisco bene Aurora non sa ancora di chi è figlia!” “Esattamente!”, rispose Luciana. Ora se tu vorrai sapere se lei è tua figlia, hai tutto il materiale per farlo, però io vorrei che tu non rompessi gli equilibri prestabiliti che solo gli strani scherzi della vita possono alterare. Vorrei che la tua latitanza rimanesse tale nei confronti di Aurora e che tu rispettassi il mio silenzio. Vorrei che quella “P” rappresentasse la parola “possibilità”, una parola che grazie alla tua passionalità, quasi sanguigna, non viene contemplata.” Rimasi basito, non sapevo cosa rispondere e quella “P” ora rappresentava le iniziali della parola “Perché”. Perché io dovevo rimanere con questo dubbio? Io che già non sapevo di chi ero figlio? Perché il destino doveva rincorrermi con queste domande tendenziose e senza risposta? Perché?!

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13. Strani scherzi della vita II

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