24 Agosto 2019

13. Strani scherzi della vita II

di Sandro

La Luciana era, e penso sia ancora, una persona posata, con valori interiori estremizzati a tal punto da renderla unica. Parlare con lei era come confrontarsi con un prete, un sociologo, un filosofo e alla fine con un medico. Tutti i suoi discorsi erano sempre collegati da un nesso logico e quando lei univa i vari capi , tutto appariva chiaro e inaspettatamente semplice, ma soprattutto ovvio.” “Sì, ora ricordo! Una donna non molto alta, sguardo fiero e penetrante. Quando ti parlava non distoglieva mai i suoi occhi dal suo interlocutore. Inoltre, le parole che pronunciava erano sempre ponderate e mai dette a caso”. Poi riprese in mano il discorso Mario e disse: ”Mi sono permesso, per raccogliere ulteriori informazioni, di telefonare al San Raffaele. Lì, lavora un collega anestesista che conosco dai tempi dell’università. Lui oltre ad essere un medico, è anche sindacalista, e di questo ne ho approfittato. Dopo i saluti di circostanza, mi sono fatto passare come portavoce di una parte della mia categoria. Gli ho chiesto se i colleghi oncologi e radiologi avessero diritto a più ferie e permessi, considerando il loro lavoro come usurante. “Non lo so perché mi occupo solo delle problematiche di noi anestesisti, però potresti interpellare la dott.ssa Luciana Pavan, che è una veneta come te!” Capii dal nome che era la nostra tipa. Chiesi da maschio curioso, come fosse la collega, sia nell’aspetto che nel porsi. Lui rispose. ”Una tipa tosta, rispettata e che sa farsi rispettare! Pensa, è così tutta d’un pezzo, che non solo sopporta il suo carico di lavoro già difficile, ma è riuscita ad allevarsi una figlia da sola senza cercare né compassione, né aiuto presso nessuno. E’ diventata responsabile della terapia antalgica oncologica e delle terapie palliative, oltre ad essere una sindacalista sempre aggiornata su tutte le nuove circolari e conseguenti leggi.”. Ora, io ho il suo numero diretto. E questa è la parte burocratica, amministrativa. Ora tocca alla parte emotiva dove le soluzioni sono tre: lasciare tutto così come sta e fare finta che il coperchio di questa pentola non sia mai stato alzato o affrontare di petto la Luciana parlandole. Oppure come terza soluzione, fare un DNA per conto proprio e poi decidere se rivelarsi o meno rompendo però degli equilibri prestabiliti.

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12. Strani scherzi della vita I

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14. Strani scherzi della vita III

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