3 Novembre 2018
Alla fine tutti noi siamo drogati, certe volte anche solo di idee e di slogan, come lo eravamo noi nel sessantotto, dove assieme alla voglia di cambiamento, fecero la loro comparsa anche le prime droghe leggere. Le droghe negli anni sessanta-settanta erano solo una sfaccettatura del movimento. Servivano, con la loro assunzione, solamente per evadere e uscire da una realtà precostituita. Servivano per farsi un viaggio in un mondo diverso, “Nell’isola che non c’è” come canterà Bennato anni dopo, per essere considerati anticonformisti. Serviva per liberare le menti, serviva per parlare di sesso, per manifestare contro la guerra, serviva per affrontare la polizia. La stessa LSD, droga sintetica inventata nei laboratori USA e somministrata ai soldati americani per affrontare i nemici senza paura, veniva usata anche dai pacifisti. La sua funzione era, astrarsi da questo mondo e potersi rifugiare in una realtà artificiale come unica forma di dissenso.
Altri tempi quando la droga incarnava un modo per evadere, non come adesso che serve a divertirsi, che si associa a tutto quello che può far sballare sino ad insufflare colla sintetica e anestetici ad uso veterinario.
Sono cambiati i tempi, sono cambiati gli ideali, sono cambiate le persone, sono cambiati i presupposti per cui lottare, è proprio cambiato tutto. E del passato? Sono rimasti solo strascichi del nulla. Mentre penso a questo mi rattristo e rifletto che tutto può diventare droga se abusato nel suo uso. Il cibo può diventare droga e condurre alla bulimia, lo shopping può diventare compulsivo ed ossessivo. Anche l’amore può diventare droga. Proprio come quella volta che mi drogai di un’altra donna tradendo la compagna della mia vita. Ma questa e’ tutta un ‘altra storia come direbbe Lucarelli…. Pensando però forse l’unica cosa di cui potremmo drogarsi senza avere effetti collaterali è: la cultura. Di questa non c’è ne è mai in esubero e nessun pusher potrebbe mai farci arrivare ad un overdose. O forse sì. Un eccesso di cultura potrebbe creare una discriminazione fra chi la possiede e chi non l’accetta, ma per lo meno il nostro pensare non sguazzerebbe nell’appiattimento mentale odierno. Pensieri, solo pensieri, sento il fischio del treno che sta arrivando in stazione. Devo andare, Mario è già al binario, Gino, Alberto e Carlo non sono più al banco e la barista sta sfornando l’ennesimo vassoio di cornetti, io anche oggi mi reco dai miei ragazzi in carcere.
Chi volesse aggiungere altre osservazioni sulle droghe leggere per aiutare Carlo ad avere le idee più chiare può inviare una mail e noi la faremmo giungere sicuramente al destinatario.