23 Novembre 2019

Cercasi veterinario inutilmente

di Daniele

Questo articolo prende spunto e si serve di un articolo presente su “La professione veterinaria” n° 35-2019.

Qualche giorno fa , in occasione di una riunione della SIVAR, alcuni veterinari che operano da anni nel settore degli animali da reddito lamentavano la grande difficoltà che hanno a trovare giovani laureati interessati a sviluppare la propria attività professionale nel settore dei bovini da latte. La stessa situazione, sia pure in modo differente, si evidenzia anche negli altri settori degli animali da reddito. La gravità della condizione si rimarca in modo particolare nel settore dei bovini in quanto è in questa area di allevamento che la presenza del veterinario è sempre più necessaria e quindi la ricerca di giovani veterinari si mantiene costante. Le difficoltà a trovare giovani veterinari interessati ad attivarsi in questo ambito è nettamente peggiorata con l’introduzione del numero chiuso sempre più contenuto e ridotto che ha reso nella selezione per l’accesso al corso di laurea in medicina veterinaria un numero sempre più esiguo di veterinari interessati al comparto degli allevamenti per l’alimentazione. Da tempo infatti chi desidera iscriversi al corso di laurea in medicina veterinaria lo fa per spirito “animalista” ed è interessato solo agli animali da compagnia mentre nessuno sembra essere orientato al settore agroalimentare. I motivi sono diversi e vediamo di citarne alcuni; un impegno senza limiti di orario, ambienti e condizioni di lavoro non facili, un’immagine sociale certamente diversa e più qualificata, la maggior parte dei laureati sono donne che rifiutano, per le caratteristiche, un impegno lavorativo in questo settore. Un giovane veterinario oggi fa fatica a trovare un’occupazione decente anche perchè la cerca solo nel settore degli animali da compagnia rifiutandosi in partenza di aprire l’orizzonte ad altre possibilità. Nel settore degli animali da reddito, quei pochi che lo hanno scelto o si sono adeguati o hanno trovato subito spazio per un’attività professionale retribuita meglio di quanto un laureato possa ottenere dopo anni di pratica e di formazione nel settore degli animali da compagnia. Il numero chiuso doveva migliorare la situazione occupazionale generale ha però reso ancora più drammatica quella di alcuni comparti ed è venuto il momento di intervenire con i correttivi che riporti la situazione in equilibrio. In verità non mancano le offerte di lavoro ma solo quelle nel settore degli animali da compagnia. Questa situazione merita una riflessione approfondita.

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Numero chiuso? Il mondo sta cambiando

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