31 Marzo 2019
“CROSS DI CABRINI GAOL DI ROSSI”
Oggi, 28 aprile anno del Signore 2018 d.C., inizierò così il mio diario da voyeur acustico del bar alla stazione. Metto anche il nome, il cognome e l’indirizzo qualora dimenticassi il mio quaderno in giro, qualcuno potrà restituirmelo. LUIGI MARTINELLI detto “Gigi” residente in via C. A. DALLA CHIESA, 33 TREVISO. Sulla pagina esterna dove di solito va il titolo del libro voglio riportare una frase di Fabrizio De André
Perché scrivo? Per paura.
Per paura che si perda
il ricordo
della vita delle persone
di cui scrivo.
Per paura che si perda il ricordo
di me. O anche solo per essere
protetto da una storia, per
scivolare
in una storia e non essere
più
riconoscibile, controllabile,
ricattabile.
“Certo che iniziare un libro con la frase di un altro non è proprio originale, ma a me piace. Fa chic, fa “figo”, fa intellettuale illuminato, sottolinea il rispetto del pensiero altrui composto da parole che giocano un ruolo e un peso specifico. No, questa non è la verità, semplicemente ritengo che le cose dette da altri siano più intelligenti di quelle che scrivo o penso io. In fondo devo trascrivere solo quello che sento come un giornalista di cronaca. Il tutto, lo vorrei arricchire con delle mie considerazioni, che naturalmente non sfocino in mere masturbazioni celebrali. Vediamo come va a finire. Non mi aspetto molto da me stesso, voglio essere però fiducioso, sono certo che nel rileggere cosa mi appunterò potrà servirmi in futuro a capire ed a rivalutare l’idea che mi sono fatto sui miei simili”.