20 Aprile 2019

8. Linda

di Sandro

Sono sempre le donne che decidono la categoria a cui devi essere assegnato, alla quale il maschio può sottrarsi parzialmente solamente giocando le sue carte in modo diciamo “sportivo”. Si intende per modo “sportivo” che un eventuale diniego da parte femminile non deve essere considerato né come la sconfitta della vita, né come la vittoria di tutte le guerre. Io visto l’immobilismo della situazione, non senza esitazione, provai ad abbracciare la mia donzella con il braccio sinistro facendo cadere la mia mano a livello del suo fianco sinistro, zona al quanto neutra. Aspettai una sua reazione che poteva andare da: un cortese scostamento della mia mano, alla sottrazione improvvisa del suo corpo dal mio, sino all’attesa della mossa successiva. La terza soluzione fu adottata dalla donzella e quindi la palla era ancora in mano mia. Aspettai ancora alcuni secondi, poi mi avvicinai alle sue labbra senza trovare resistenza, e lasciammo che le nostre due anime si unissero in un tenero e lungo bacio. Non sono stato certo Rodolfo Valentino nel voluttuoso bacio, né sicuramente entrambi abbiamo rappresentato il “Bacio” di Hayez, ma decisamente ad entrambi deve aver provocato una piacevole sensazione poichè è stato interminabile. All’improvviso ci siamo staccati e ci siamo guardati straniti, come se avessimo rotto un idillio, fossimo venuti meno ad un patto, avessimo violato una tregua. Entrambi arrossimmo, eravamo a Roma per degli ideali non per dar sfogo ad impulsi ormonali e amorosi. L’uno chiese scusa all’altro, anche se a me piacque molto. Complici, tornammo verso l’università mano nella mano e ci appoggiammo contro un muro, seduti per terra in attesa giungesse l’alba. Lei si addormentò quasi subito con la testa sulla mia spalla. Io, completamente immobile, vidi il sole che sorgeva, ero consapevole che mai più avrei avuto l’occasione di vederlo così spendente ed il mio animo ne rispecchiava i suoi colori. Verso le otto le attività della improvvisata comune cominciarono a svegliarsi e noi ci adeguammo ai suoi ritmi. Dopo aver bevuto del caffè, troppo amaro per i miei gusti, decidemmo di avviarci verso la Stazione Termini unendoci ai rispettivi gruppi di appartenenza. Nessuno dei due ritornò sul bacio, entrambi sapevamo, entrambi ci guardammo con occhi di complicità, ma nessuno dei due ebbe il coraggio di riaffrontare l’argomento. In stazione il destino ci divise. Linda prese il treno per Napoli dove andava a trovare altri compagni in lotta, mentre io tornai verso il Veneto dove in sessione mi aspettavano per una relazione sulle manifestazioni di Roma. Vidi il suo sguardo che si allontanava dietro il finestrino del treno in partenza. Controllai la mia tristezza, convinto che un giorno ci saremmo rivisti lasciando una mia traccia nel suo zaino.

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7. Cross di Cabrini goal di Rossi

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9. Milano

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