31 Dicembre 2019

15. Mostri dentro

di Sandro

Erano gli anni Ottanta quando il look si manifestava con l’eccesso e la stravaganza, Battiato cercava “Il centro di gravità permanente” ed i socialisti con Craxi sarebbero andati al governo. Il PIL del Nord Est era all’otto e mezzo per cento e stava facendo diventare il Veneto la locomotiva trainante d’Italia. Anni strani quelli, dove l’ottimismo ti faceva intravvedere qualsiasi possibilità, tutto era possibile o poteva essere reso possibile. Sergio era, sì, un ribelle, ma conscio di avere alle spalle una importante riserva economica del padre imprenditore. In un attimo questi pensieri che erano emersi svanirono. Sergio ritornò a guardarmi ed io gli dissi: ”Perché non beviamo assieme un caffè?”. “Non vorrei metterla a disagio professore, non vede come mi sono ridotto?”. Senza pensare gli risposi: ”I vestiti sono solo un apparenza e non sempre svelano l’identità dell’animo di una persona!”. “Sì, è vero professore, belle parole. Certo che vestito così non potrei andare a chiedere un prestito in banca o entrare alla Scala!” ribatté. Si, era rimasto tale e quale sempre bastian contrario anche se non potevo dargli torto. Allora aggiunsi: “E’ vero, però qui non siamo né, in banca né alla Scala. Siamo in una stazione dei treni dove la gente è solo in transito, non è richiesto l’abito da cerimonia e io certamente non mi vergogno a bere un caffè con un mio ex alunno! Siediti che chiamo Marisa e ordino la colazione”. Senza ribattere, prese le sue cose ed il pappagallo e si sedette vicino a me. Marisa ci portò due grosse brioche fumanti, due tazzone di caffè e due spremute. Sergio affrontò la brioche non a morsi, ma sezionandole in piccoli pezzetti per poi portandoseli alla bocca lentamente. Sembrava seguisse un rituale per assaporarne il gusto, lentamente. Raccolse ogni briciola che cadeva non per fame, ma come atteggiamento di rispetto nei confronti del cibo. Almeno a me diede questa sensazione.

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14. Strani scherzi della vita III

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16. Il quaderno di Sergio

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