13 Ottobre 2018
Non so se questo paragrafo o capitolo, sia scritto in qualche testo di veterinaria o lo insegnino all’università o in qualche libro di management, ma è fondamentale, se non decisivo, capire dove aprire la propria attività per potersi esprimere professionalmente.
Tanti sono tentati di aprire la propria bottega, là dove si sono laureati o per la presenza di qualche amico o di qualche collega su cui contare, oppure per la presenza dell’università stessa con i propri professori, che rappresentano al momento dell’uscita dal guscio dello studente un’ancora di supporto. Talvolta invece si è tentati di aprire, là dove si ha un amore, per evitare le separazioni forzate. L’inesperienza poi, induce a fondare delle società con colleghi che condividono con noi solo paure e non intenti per lo più in località da noi poco conosciute. Pensiamo infine, di aprire nella città dove si ha lavorato per anni, poiché si ritiene che i clienti, quelli già acquisiti perché devotamente serviti, ci seguiranno nella nostra nuova struttura.
Non è sempre così anzi, anzi non è mai così. Le persone ti invitano a cambiare, a prendere nuove strade, a giurarti che ti seguiranno anche nel nuovo mondo, ma alla fine fanno quello che a loro è più conveniente. A tutti quelli che dichiarai la mia dipartita da Padova, mi dimostrarono la loro intransigente lealtà in una decina, che diventarono tre o quattro l’anno dopo anche dopo un’offerta di servizio a domicilio.
Un mio collega, forse il più fantasioso, contravvenendo a tutte le regole del marketing o semplicemente seguendo delle regole note solo a lui, decise di aprire il suo ambulatorio vicino al mare anche se non era del posto. Qualcuno affermerà, forse voleva sentire il rumore del mare alla sera, scrutare il sole che ogni sera si tuffava all’orizzonte nelle acque o forse soffriva di una patologia tiroidea che richiedeva la presenza costante di iodio. No, il baldo giovane era rimasto diciamo “impressionato positivamente dalle bellezze femminili del luogo, contaminate dal costante flusso di straniere che usufruivano della zona balneare” . Anche questa può essere una teoria, ritengo non venga suggerita dai testi manageriali, però a me piace riportarla come la presenza delle eccezioni nella lingua latina.
Naturalmente, l’apertura di una struttura in un luogo nuovo richiede oltre che strategia anche un po’ di fortuna e tenacia, quindi i suggerimenti che io sto per dare devono poggiare anche su questi presupposti che poco hanno a che fare con le metodologie strategiche di marketing.
Io, dopo aver valutato più posti in quel di Padova, aver pensato di effettuare una società con altri tre colleghi, in cui il padre commercialista aveva già pianificato un guadagno giornaliero spropositato per non avere un bilancio già in partenza in negativo, decisi di aprire nel mio Paese.
Aprire nel mio Paese mi ha permesso di fare delle scelte che solo con il tempo sono risultate ovvie. Naturalmente il tutto è stato dettato anche da un budget economico molto ristretto.
Le considerazioni quindi fatte da me, valgono per tutti coloro i quali non hanno capitali finanziari alle spalle e supporti vari che permettono ad architetti e strateghi delle finanze ad operare qualsiasi scelta. Se uno invece possiede capitali finanziari importanti, ritengo sarebbe stupido non prendere un bel locale nella via che piace e maggiormente trafficata della città e, corredato dalla miglior attrezzatura. I primi mesi si lavorerebbe in perdita ma senza sentirne il disagio, poi diverrebbe un crescendo grazie al proprio talento ed operato. Quando si lavora in economia invece le cose possono farsi più complicate e talvolta alcune decisioni diventare ardite.
Quindi aprire nel paese d’origine può facilitarci nelle spese. Una collocazione temporale presso la propria abitazione d’origine ci permette di non dover pagare sia un affitto per l’alloggio, sia un affitto per l’ambulatorio dimezzando temporaneamente i costi. Inoltre si può fare affidamento su un potenziale pacchetto di clienti, esigui ma concreti, che facilmente potranno chiedere il nostro aiuto. Tali persone che rimarranno a noi fedeli sono: i nostri parenti, i nostri amici, gli amici degli amici, gli ex compagni di scuola, conoscenti e i vicini di ambulatorio. Le statistiche infatti dicono che i clienti non vanno mai dal veterinario più bravo in prima battuta, ma dal più vicino, la bravura in una scala di priorità non è rilevabile tra le prime posizioni. La ricerca degli operai per ristrutturazioni varie per il locale possono essere delle persone conosciute e quindi affidabili e talvolta ricadere anche tra i nostri amici. Questo ci permette di avere dei punti fermi di affidabilità per i tempi di consegna e di pagamento. Non poco all’inizio.