13 Ottobre 2018

Caratteristiche di un locale

di Sandro

Non è certo la grandezza perché il locale lo adattiamo alle nostre esigenze. Un locale scelto da un fisioterapista o da un oftalmologo ad esempio, differisce da un locale pensato per una clinica che risponde ad emergenze h24 con presenza di personale per i ricoverati.
La prima caratteristica che deve avere il nostro locale è di essere direzionale e non commerciale e, non solo abitativa. Quindi la bella casetta in campagna che potrebbe diventare clinica deve passare per un piano regolatore del comune e presentata con una documentazione opportuna da un geometra. Il tutto richiede del tempo e del denaro soprattutto se si ha dato inizio ad un contratto d’affitto. Per non perdere del tempo puntando sul locale sbagliato, pagando naturalmente, si può chiedere un parere preventivo alla propria Asl questo permette di vedere se i locali individuati sono idonei.
Naturalmente le normative dipendono da Regione a Regione e già l’altezza di un locale può variare. Ad esempio in Friuli Venezia Giulia l’altezza di un locale è accettata a 2 metri e 75 cm, nel veneto a 3 metri d’altezza.
La prima cosa da richiedere di un locale è la destinazione d’uso, questa può essere commerciale o direzionale. Un ambulatorio veterinario serve la direzionale. Un commerciale comunque può essere commutato a direzionale, ma necessita seguire un iter ossia: Geometra, giunta comunale, accettazione ecc.. In alcuni comuni inoltre , commerciale e direzionale si equivalgono senza distinzione d’uso, ma nei più questa differenza è mantenuta.
Alcune aree comunali poi, sono catalogate come zona industriale; in queste , qualora uno volesse acquistare un capannone e farne una struttura veterinaria deve porre molta attenzione. L’area difatti, non essendo spesso contemplata per la destinazione ad un locale direzionale può essere bloccata dalle autorità comunali in vista di lavori di ristrutturazione o far chiudere la struttura se già in essere. Vi è tuttavia una sentenza del Tar del Lazio che esplicita una eccezione. Per strutture sanitarie al di sotto dei diecimila metri quadrati locate in zona ad uso industriale può essere rilascia in via eccezionale solo al titolare dell’esercizio medico la possibilità di esercitare la sua professione. Naturalmente il tutto dopo una seduta della giunta comunale con i tempi italiani necessari.
Una volta individuato il nostro locale con destinazione direzionale, probabile nostro futuro ambulatorio, ciò che si deve subito osservare è: l’illuminazione del locale di lavoro e l’areazione naturale diretta.
L’illuminazione per legge (circolare 01/07/1997 n. 13) approvata dalla Giunta Regionale con delibera 27/05/119 n° 1887 deve essere un decimo della superficie del pavimento, l’areazione un ventesimo. Ora è facilmente intuibile che un locale magari di vecchia fattura con delle vetrate enormi non sarà deficitaria di luce e l’areazione potrà essere insufficiente. Il geometra a cui ci si è affidati, sicuramente risolverà il problema con l’aggiunta di un aspiratore per il cambio dell’aria o con la presenza di vasistas che compensano l’aria mancante. L’aggiunta di una o più vasistas richiede il cambio della completa vetrata con supporti aggiuntivi per le nuove finestre.
Un locale di costruzione non recente potrebbe avere tutte questi inconvenienti, quasi tutti risolvibili, ma con esborsi economici talvolta cospicui. Le stesse vetrate dovrebbero essere antisfondamento, non per evitare furti, ma perché qualora si sia proprietari del locale si è responsabili dell’incolumità delle persone; se invece si è affittuari il responsabile diventa il proprietario del locale. Le porte dello stabile, inoltre, dovrebbero essere antipanico cioè con apertura verso l’esterno. Un locale di nuova costruzione tutte queste accortezze tecniche le dovrebbe già possedere, come la messa a norma dell’impianto elettrico.

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