31 Marzo 2019
“BESTIE DA VITTORIA” di Danilo Di Luca. Mi sono sempre domandato perché dopo aver affrontato in bicicletta un minimo dislivello del terreno avessi sempre il fiatone. Ai ciclisti questo non accade mai. Loro, dopo aver percorso duecento chilometri in salita, affrontano il giorno successivo altre strade, altre salite, senza conoscere la parola “stanchezza”.
Qualcuno mi ha parlato di duro allenamento giornaliero. Qualcuno mi ha raccontato di alta tecnologia messa a disposizione degli atleti. Qualcuno mi ha descritto il ciclismo come uno sport di fatica e non adatto a tutti. Qualcuno mi ha narrato che il ciclismo è l’eterna sfida tra Coppi e Bartali dove, con il trascorrere del tempo, sono cambiati solo i duellanti. Leggendo “Bestie da vittoria” del ciclismo mi resta solo un’ immagine, talvolta un po’ scolorita, dei due sopra citati campioni che si passano la borraccia. Un gesto che resterà immortale per sempre, dove il rispetto per il rivale, per la fatica e per lo sport ha esaltato la grandezza dell’uno e dell’altro. Oggi del ciclismo c’è solo questo flash. Tutto il resto è cambiato è divenuto imbroglio. Il ciclismo, sport fatto di tanta fatica, si è concesso ai laboratori di chimica, si è venduto agli sponsor, si è prostrato ed arreso al “vil denaro” lasciando solo agli illusi l’ideale di uno sport ancora nobile.