2 Marzo 2019
Io ascolto. Rifletto. Comincio a pensare che dovrei annotarmi ciò che quotidianamente origlio, per non dimenticare, per non confondere il banale con l’ovvio, i segreti con le opinioni, il pensare sincero con l’ipocrisia. Dovrei ricominciare a scrivere come facevo una volta. In fondo è vero ciò che dice Haruki Murakami: “Scrivere è come correre una maratona, la motivazione in sostanza è della stessa natura: uno stimolo interiore silenzioso e preciso, che non cerca conferma in un giudizio esterno. L’arte di correre”. Però mi piacerebbe iniziare questo mio libro scrivendo una canzone. Avrei già in mente un titolo: “Se qualcuno potesse”. Di solito non si inizia dal titolo. Ma a me va così. Prenderò un quaderno ad anelli apribili così metterò nella prima pagina la canzone con la possibilità di poterla spostare dove mi pare nel corso della raccolta dei miei appunti di vita vissuta. Anzi no, ascoltata. Ora mi sono venute in mente delle strofe. Me le annoto su questo tovagliolo di carta. Ho sentito che Vecchioni ha scritto alcune canzoni d’impeto in una notte. Non vorrei che mi scappasse la vena canterina e l’umanità perdesse l’opportunità di ascoltare queste parole cedute alla musica. Mah secondo me, mi sto rincoglionendo. Va be le scrivo lo stesso vediamo come va a finire.
Se qualcuno potesse pensare
se qualcuno potesse ascoltare
se qualcuno sapesse riflettere
se qualcuno sapesse agire
anche se non esiste mai una
ragione giusta per amare o per odiare…..
Mi è venuta così per ora. Poi vedremo. La vena poetica va e viene come le onde sulla riva del mare. …azzo. A pensar cazzate sto perdendo il treno.
Chi volesse aiutare Gigi nella sua composizione musicale può inviare le proprie idee.