2 Marzo 2019
Marisa continua: “Spero che quella donna possa riunirsi al suo uomo e insieme vedere Adila crescere. Spero non capiti come è accaduto a me di dedicare poco tempo ai figli a causa del lavoro”. In fondo i nostri figli, una volta solo imparano a camminare, una volta solo imparano a parlare, una volta solo parlano in modo sconnesso. Tutti questi, sono attimi che quando vengono lasciati andare non tornano più indietro, sono dei treni persi, sono dei pezzi di un puzzle della vita vissuta mancanti e difficili da recuperare.” “Sì, è vero” rispose Gino. “L’uomo vive anche di ricordi, unica cosa rimastami di mio figlio”. Alberto tace. Un silenzio rumoroso. Un silenzio che nasconde un segreto. “Io, ieri nel vedere Adila stringersi a sua madre, mi sono commosso e l’ho invidiata. Ho invidiato quel tenero abbraccio di una madre verso una figlia, quella tenerezza che a me ora è negata. Mia madre da quando ha saputo che sono gay, non mi ha voluto parlare, ma soprattutto abbracciare ed, a me i suoi abbracci mancano. Mi mancano a tal punto che ricordo ancora quando mi voleva coccolare e io sgusciavo via per andare a giocare. Ricordo con dolore quei momenti, perché non ne ho saputo approfittare, non me li sono goduti per più tempo, ma in fondo cosa ne sapevo io. Cosa sapevo di come si sarebbero evoluti i fatti. Non so cosa significhi ancora la parola amore verso un altro ma, sicuramente conosco l’amore negato. Appunto, l’amore materno negato. Non poter contare sull’affetto parentale lascia un vuoto e quello di una madre è un vuoto incolmabile. Auguro ad Adila di avere sempre al suo fianco sua madre senza che niente e nessuno possa mai dividerle. E’ l’amore più grande e sincero che uno possa mai ricevere… Ho sempre pensato che una mamma potesse perdonare tutto e capire tutto, ma ancora tanti di noi non sanno andare oltre le regole dell’apparire. Anche lei è invischiata dall’esigenza di non uscire dai binari regolati dall’ipocrisia della normalità. Le regole del vivere e del comportarsi rimanendo nel giusto, regole decise non si sa da chi e soprattutto con quali criteri. Nascondersi nel gruppo, volare basso, non farsi troppo notare ci dà la possibilità di non prestare il fianco a critiche, a risolini idioti, a giustificazioni difficili da dare e sopratutto da difendere. Questo è il vivere normale per mia mamma. Fortunatamente per lei è tutto così ovvio e lineare che le ha permesso di fare una scelta. Rinnegare suo figlio per i suoi gusti sessuali non consoni alle sue regole. Questa scelta non mi permette di dormire la notte.